Loading...

L’invisibilità delle sex worker

<p>L’invisibilità delle sex worker</p>

lunedì 18 marzo 2024

La questione tiene banco da millenni e ritorna agli onori della cronaca con la recente vicenda di una donna ungherese con un passato da Escort accusata del furto di 100 euro da un suo cliente. Per difendersi la donna ha mostrato i suoi estratti conto ove al momento del fatto erano depositati più di 800mila euro, questo però ha innescato la verifica fiscale che ha portato all’accusa è di non aver versato nelle casse dell’erario centinaia di migliaia di euro di tasse derivanti dagli introiti percepiti tra il 2010 e il 2014, pari a circa 5 milioni di euro. La Escort ha chiesto più volte di capire in che modo potesse aprire una partita Iva, che però non è prevista per questo tipo di attività in Italia. Se un lavoratore non può avere una partita Iva in che modo può versare le tasse? In Italia le stime parlano di circa 120.000 sex workers, numeri più alti rispetto a molte altre categorie di lavoratori autonomi riconosciute, come ad esempio i farmacisti (in Italia ce ne sono 95.925). Chi opera in questo settore non può usufruire di alcuna tutela, sia da un punto di vista previdenziale sia in termini di vera e propria sicurezza fisica. E’ giusto che ogni cittadino che lavora debba pagare le tasse ma allora bisognerebbe riconoscere questo lavoro, perché in questo momento è un lavoro informale e molto criminalizzato: anche se non è illegale farlo, non è del tutto legittimo. Legalizzare la prostituzione significherebbe individuare i casi di tratta e sfruttamento e combatterli. Ad oggi non c’è la volontà politica di affrontare il problema di una legalizzazione di questo lavoro. Il fenomeno è molto cambiato ed è forse meno visibile nelle strade, più nascosto nelle case, però è solo un far finta di non vedere. Considerato che oggi le persone che lavorano in questo settore sono per la maggior parte straniere, avere la possibilità di veder riconosciuto il loro lavoro significa anche poter regolarizzare la propria posizione come cittadino lavoratore, con dei regolari permessi di soggiorno.


Blog Home